Francesco Fedele, professore ordinario di Cardiologia della Sapienza e primario dell’unità Malattie cardiovascolari, nonché del reparto Cardio Covid dell’Umberto I, è stato intervistato dal Corriere di Roma: “Natale? Non dovrà essere un ‘tana libera tutti’ come è accaduto in estate con le discoteche. Se a giugno non avessimo riaperto, oggi non saremo in questa condizione. E mentre nella prima ondata era netto il divario con il Nord Italia, la seconda Roma e il Lazio la stanno subendo in pieno. A che livello di «saturazione» è il Covid center del Policlinico Umberto I? Mi sembra che oggi, rispetto al mese di ottobre, vada meglio. E questo sia perché l’indice Rt si è abbassato, sia perché forse la medicina territoriale per i casi a bassa complessità, gestiti al domicilio, sta funzionando meglio. E in ospedale arrivano meno pazienti. (…) Se è il caso di tornare in aula a gennaio, con il picco dell’influenza stagionale? Per cui ci sarà il vaccino. Non riaprire ora è stato buon senso. Continuiamo così. Come si dice: ‘Squadra che vince non si cambia’. Certo poi bisognerà vedere i dati per capire, ma non tutte le misure dovranno sparire. Perché poi il problema non è la scuola in sé, che non è contagiante. Ma tutte le altre variabili che non ne sono indipendenti, come l’affollamento sui bus, gli assembramenti a fine lezioni o l’aperitivo a Ponte Milvio. Io sostenitore della didattica a distanza? No, le lezioni in Dad sono fredde e ne capisco il disagio. Lo vedo anche con gli studenti universitari. E inveceirapporti umani sono fondamentali, specie in alcune fasce d’età, e se i mezzi ci sono vanno usati». Se mi riferisco alla tecnologia? Anche. Ma pure agli scuolabus o alle lezioni pomeridiane. Da ragazzo le feci per un anno intero al Mamiani (…)”